Il termine eubiotica (dal greco eu, buono, e bios, vita) letteralmente significa lo studio di ciò che è buono per la vita. In particolare, designa una forma di medicina complementare fondata su alcune regole di comportamento volte al “vivere bene”, cioè a non alterare gli equilibri naturali, soprattutto per quello che riguarda l’alimentazione.
CENNI STORICI
La disciplina eubiotica è legata a stretto filo al percorso del suo fondatore, il Prof. Pecchiai, uno dei pionieri della medicina alternativa, o complementare, in Italia.
Divenuto Primario Patologo dell’Ospedale dei Bambini di Milano a partire dal 1959, l’anno dopo vi fonda il primo Centro di Eubiotica Umana, estendendo le sue ricerche su diversi campi, dalla medicina convenzionale all’agronomia (gettando le basi della cosiddetta “agricoltura biologica”). L’ispirazione fondamentale di Pecchiai, era quella di ritornare ad un’esistenza in simbiosi con i ritmi della Natura, un’ispirazione derivante dalla tradizione biblica, in cui l’organismo umano viene considerato un vero e proprio ecosistema.
Grazie agli studi del dott. Enzo Odoardi  negli anni’70  l’approccio eubiotico si estenderà con successo alla cosmetologia.  Nato professionalmente come biologo molecolare, Odoardi è il fondatore dell’Estetica Eubiotica (titolo anche del suo testo fondativo), disciplina che propone la possibilità di produrre cosmetici biocompatibili, privi di componenti tossici, che possano avere un’interazione fisiologica positiva con la cute.
Nel 1992 Odoardi fonda la SICE, la  Società Italiana di Cosmesi Eubiotica, i cui congressi negli anni segneranno la storia e l’evoluzione della disciplina eubiotica in generale.
Nel congresso del 2007, dedicato al fondatore scomparso nel 2001, il dr. Pecchiai, Presidente Onorario, citando un passo di “Estetica Eubiotica” ha ricordato l’indicazione essenziale lasciata da Odoardi alle estetiche eubiotiche, perfetta sintesi della sua filosofia:  “essere dispensatrici del benessere, di armonia e pace interiore, come chi ha seguito, segue e seguirà il suo messaggio, al fine di migliorare la qualità della vita della società”.
PRESENZA IN ITALIA ED EFFICACIA SULLA POPOLAZIONE
L’eubiotica, come illustrato, nasce e si diffonde proprio nel nostro paese, grazie alle intuizioni e all’opera del Prof. Luciano Pecchiai e del Dr. Enzo Odoardi. Centri di eubiotica sono disseminati in maniera omogenea in tutta la penisola, avendo come riferimento la SICE, la Società Italiana di Cosmesi Eubiotica, fondata nel 1992.
L’impatto delle varie forme di eubiotica si è rivelato senza dubbio positivo: non sono state riscontrate finora significative controindicazioni né in campo alimentare né cosmetico.
Scuole di formazione, università e corsi di aggiornamento:
La SICE istituisce dei Corsi di Specializzazione in Estetica Eubiotica, che ogni anno qualificano nuove Estetiste Eubiotiche.
I form per iscriversi, con tutte le informazioni relative, sono disponibili sul sito www.siceubiotica.it
TRATTATO DESCRITTIVO
Alimentazione eubiotica
Per iniziare a parlare di alimentazione eubiotica bisogna innanzitutto partire dal “come” mangiare, prima di decidere “cosa”. Il pasto deve essere un momento di serenità, che potremmo definire sacra, per cui lo stress è il primo nemico da allontanare: bisogna mangiare in un posto gradevole e tranquillo, senza fretta e gustando il cibo.
Non si tratta solo di una generica indicazione ispirata dal buon senso e da una filosofia di vita improntata al benessere, ma è una considerazione che nasce da oggettive dinamiche del corpo umano: un organismo sotto stress avrà un gran afflusso di sangue alle sue estremità, quindi molto scarso agli organi digerenti, con inevitabili ripercussioni sulla digestione.
Detto questo, possiamo ricavare dagli scritti del Dr. Pecchiai le norme generali di un’alimentazione corretta ispirata ai principi dell’eubiotica:
– bisognerebbe mangiare tendenzialmente vegetali come cereali, verdura fresca, legumi, oli vegetali di prima spremitura,  con grande spazio al pane, ma solo se integrale.
 – Si dovrebbe mangiare il più possibile cibi integrali coltivati naturalmente, possibilmente crudi.
– Bisognerebbe evitare il più possibile gli insaccati, gli inscatolati, gli alimenti sterilizzati, i gelati non artigianali, lo zucchero raffinato (da sostituire con miele vergine integrale) e tutto quello che viene definito junk food  (patatine fritte, hot dog, cibo da fast food in genere).
– Bisognerebbe assolutamente cancellare dalle proprie abitudini quotidiane eccitanti come il caffè o il tè, “vizi” come alcolici, droghe, sigarette, ma anche stare alla lontana da integratori alimentari sintetici che levano innaturalmente il senso di appetito.
Molta importanza, ovviamente date le premesse, viene data dall’eubiotica alle fasi dell’allattamento e dello svezzamento. Le indicazioni generali suggeriscono di allattare il bambino fino ai sei mesi (o almeno per i primi tre mesi), consigliando alla madre, fin dalla gravidanza, una dieta ricca di alimenti integrati per  favorire la produzione del latte materno.
Analogo discorso per lo svezzamento, per il quale si suggerisce di evitare il latte a lunga conservazione o i comuni omogeneizzati, a favore di brodi, passati di verdura e cereali, conditi solo da olio extravergine d’oliva. L’utilizzo del latte fresco e lo yogurt naturale potrà essere integrato e sostituito, dopo il sesto mese, da formaggi freschi e legumi, dalle uova dopo l’ottavo, dal pesce dopo l’anno e la carne solo a dentizione ultimata.
In generale la visione eubiotica dell’alimentazione si può rappresentare con una sorta di piramide alimentare naturale, in cui alla base ci sono gli alimenti sani da consumare maggiormente nel regime dietetico e al vertice ci sono chiaramente i cibi da consumare il meno possibile.
Per cui, guardando la piramide dal basso in alto, possiamo suddividere gli alimenti in: principali, da assumere ogni giorno (cereali integrali, verdure, oli extravergini spremuti a freddo); complementari (latticini, pesce, meglio quello con pinne e squame rispetto ai molluschi e crostacei, legumi e frutta); facoltativi  (formaggi, uova, miele e zuccheri); da consumare il meno possibile (carne, salumi,  zucchero e oli raffinati, dolciumi e quindi, soprattutto, il junk food).
In generale, si consigliano il più possibile i prodotti biologici e integrali (dal pane alla pasta allo zucchero etc.).
 Come anche altre tradizioni di medicina naturale e complementare (si pensi all’Ayurveda), l’eubiotica sottolinea la necessità di combinare gli alimenti in maniera corretta. Queste indicazioni contrastano tristemente con quelle che sono le nostre abitudini quotidiane nazionali. È infatti sconsigliato l’accostamento di carboidrati e proteine nello stesso piatto (addio pesce o carne con le patate, per esempio!), oppure chiudere il pasto con la frutta, per evitare eccessivi fermenti intestinali.  Da queste considerazioni nasce l’indicazione del piatto unico (abitudine millenaria in Oriente), in cui al classico primo o secondo si può affiancare una ricca insalata, o un abbondante contorno di verdure. Anche in questo caso, questi consigli prendono origine da una profonda attenzione a non turbare i processi digestivi, appesantiti dall’accostamento di carboidrati e proteine.
A questo riguardo viene inoltre suggerito un giorno a settimana di mezzo digiuno, potremmo dire, in cui si assumano solo cereali e moltissimi liquidi (acqua, tisane, brodi etc.), proprio per dare riposo all’apparato digerente.
Agricoltura eubiotica
Come accennato, Pecchiai ha iniziato le sue ricerche nel campo dell’agronomia, lasciando anche in questo campo la traccia del suo cambio di prospettiva.
I vantaggi dell’agricoltura  eubiotica sono, a detta dei fautori, numerosi e investono positivamente la totalità della persona (corpo, mente, psiche), come in ogni disciplina olistica degna di questo nome.
Possiamo elencarne i principali schematicamente:
Non apporta sostanze dannose inquinanti, essendo correlata ad una agricoltura naturale eubiotica che esclude una concimazione innaturale e l’uso di pesticidi tossici e diserbanti. Analogamente vengono esclusi gli additivi chimici impiegati dalla tecnologia alimentare.
Evita i danni da carenza e da squilibri tra le componenti, dovuti a una tecnologia agronomica innaturale e alla tecnologia di raffinazione e conservazione per sterilizzazione termica o radiante dell’industria alimentare, che pregiudicano l’integrità dei cibi naturali.
Evita i danni dei cibi concentrati o estrattivi (burro, zucchero, oli di oliva e semi raffinati, proteine strutturate della soia ottenuta dai pannelli di soia trattati con esano per l’estrazione dell’olio) che sono alimenti “nudi”, in quanto privi di fattori protettivi e favorenti la loro digestione e assimilazione.
Garantisce l’apporto dei fattori vitali (vitamine, enzimi, oligoelementi) che, in forma equilibrata e con reciproca integrazione, sono la caratteristica dei cibi integri e naturali e che, oltre a favorire la digestione e l’assimilazione, catalizzano e modulano i processi vitali, in particolare quelli relativi al trofismo e alle difese naturali.
Affranca non solo da eccessi e carenze alimentari, ma anche dai danni di incongrue associazioni nel pasto, attuando il monopiatto, cioè il pasto fondato su un unico alimento di base che, dando sazietà con minor quantità di cibo, riduce anche l’insorgenza del sovrappeso.
– Potenzia le difese naturali contro:
la patologia da raffreddamento (influenza, raffreddore, tonsillite);
la patologia scheletrica del bambino (carie, scoliosi, piede piatto);
la patologia della civilizzazione, a cominciare dal sovrappeso.
Potenzia le difese naturali contro l’attacco dei parassiti (pidocchi, zecche, Trichomonas vaginalis).
Affranca da una precoce insorgenza della riduzione della fertilità e dell’appetito sessuale che sta diventando un fenomeno sempre più frequente nelle coppie di 30-40 anni.
Favorisce il mantenimento dell’equilibrio inferiore psicosomatico e tra inconscio e razionale, cosi da saper meglio resistere agli stress, alle tensioni e alle frustrazioni, che sono la causa dilagante del malessere del tempo presente.
Estetica eubiotica
Per finire, affrontiamo l’aspetto dell’estetica eubiotica.
La diversità dell’approccio di Odoardi consiste nel considerare e curare gli inestetismi ciascuno in correlazione ad una diversa condizione fisiologica, all’evoluzione del sistema endocrino.
 Ad esempio, le sue ricerche riguardo lo studio dell’attività molecolare del connettivo dermico, lo condussero a dimostrare l’influenza del ciclo mestruale nella creazione di quella che chiamiamo “cellulite” e da questa ricerca è nato il trattamento eubiotico della cellulite sincronizzato con il ciclo mestruale.
Possiamo riconoscere il cosmetico eubiotico perché presenta le seguenti caratteristiche: una massa  biocompatibile, compresi gli eccipienti (sostanze nelle quali sono diluiti i principi attivi); i suoi principi attivi sono assimilabili biologicamente, come quelli del nostro metabolismo; non è enzimotossico, affinché gli enzimi cutanei possano elaborarlo.
Dunque, la peculiarità che distingue il cosmetico eubiotico da quelli convenzionali è non solo la prerogativa di rispettare la cute, ma anche di nutrirla, senza però appesantire l’attività degli enzimi.
Una visione che rovescia l’approccio classico: il cosmetico non è più “anti-età”, ma al contrario sposa armonicamente l’evoluzione naturale del corpo umano.