L´energia è un tema centrale. In nome dell´energia nascono aree di tensione, guerre, conflitti di interessi. Dotarsi di un sistema energetico moderno ed efficace è una condizione imprescindibile di sviluppo per una stato o una comunità di stati organizzati per ragioni politiche o antropiche. La popolazione bisognosa di energia cresce a ritmi vertiginosi, e la domanda di energia aumenta in modo esponenziale. Tutto ciò ha alimentato da parte di molti studiosi un paragone con il principio di Archimede: la nostra società riceve “spinte” di domanda energetica che la nostra capacità produttiva non riesce a controbilanciare, e soprattutto non riesce a farlo in modo coerente con una logica ambientalista e salutare, o perlomeno vi sono nel dibattito istituzionale forti elementi di tensione.
Ai giorni nostri, non si può negarlo, il tema principale è quello dell´energia solare e di quella nucleare.
Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico che sfrutta l´energia solare per produrre energia elettrica mediante effetto fotovoltaico. Evitando l´approfondimento su questa trattazione, è necessario che si sappia che il fotovoltaico è una sorta di amplificazione dell´energia solare, che non richiede necessariamente chissà quali esposizioni ai raggi, anche se è ovvio che le aree sottoposte a maggior luminosità possono produrre molta più energia. Questa tecnologia è in costante evoluzione, fino alla recente produzione di celle fotovoltaiche plastiche che generano energia facendo a meno di un materiale costoso come il silicio. Il risultato è stato ottenuto da un’equipe di ingegneri dell’Università di Princeton, negli Stati Uniti. Gli esperti, guidati dalla professoressa Yueh-Lin Loo, responsabile del pool di ingegneri chimici, hanno trovato il modo di tagliare i costi di produzione dei pannelli sostituendo le celle tradizionali con delle più economiche, ma altrettanto funzionali, realizzate in plastica. I risultati dello studio sono stati pubblicati a marzo sulla prestigiosa rivista scientifica “National Academy of Sciences”.
L´ingegnere Terenzio Longobardi, membro del comitato scientifico ASPO Italia Pisa, ha pubblicato molti studi sull´autosufficienza e assoluta durevolezza di questa tecnologia, e citando i suoi studi si può appurare come questi siano frutto di sperimentazioni pratiche reali, e in parte verificabili da chiunque voglia sperimentare a proprie spese l´eventuale veridicità di quanto si afferma. E´ ovvio che le implicazioni positive di impatto ambientale, e quindi sulla salute, sono notevoli, in quanto nessuno mette in dubbio il fatto che il solare sia energia pulita. C´è da chiedersi quindi come mai professionisti altrettanto competenti mettano in crisi queste tesi, in modo nettamente avverso. In realtà, analizzando il problema e i dati empirici in nostro possesso, si scopre come la questione sia molto più sfumata. Alla domanda se un impianto fotovoltaico moderno ed efficiente possa soddisfare le esigenze energetiche di una famiglia, di una scuola, di un condominio, di un ente pubblico, e quindi per estensione, della comunità urbana, la risposta è si oppure in buona parte si, ma se la domanda diventa “può l´energia solare sostenere il fabbisogno industriale?”, la replica diventa, “in buona parte no”. Sicuramente però si evince che ci sono degli ottimi motivi per perseguire la “strada del sole”. Il problema dell´energia in relazione alla salute e dell´ambiente non si esaurisce affatto con il grande dibattito delle energie rinnovabili opposte a quelle del nucleare. I promotori del nucleare citano dati sull´inesistenza del pericolo radioattivo presso i relativi siti. Dati contestati da altri enti, ma rimane per tutti il difficile e costoso problema dello smaltimento delle scorie oltre che il costo enorme dell´uranio e delle altre materie prime. E´ davvero difficile poter presentare dati inoppugnabili. L´ENEA (Ente per le Nuove Tecnologie, l´Energia e l´Ambiente) che si occupa di studi di settore, investimenti e politiche che tengano conto degli effetti per l´ambiente e la salute, è stato teatro di visioni contrastanti su politiche energetiche proprio in relazione a tesi interne fortemente opposte. Tenendo conto dell´assoluta buona fede delle posizioni di ogni rappresentante presente e passato in seno al prestigioso istituto, ciò non toglie che l´ente più autorevole in Italia per fornire indicazioni complessive di energia in relazione a investimenti, ricerca e ambiente, di fatto non sia riuscito a proporre una linea guida, mentre la materia, che invece necessita di ulteriori approfondimenti privi di interessi partigiani, risulta delegata a simpatie estemporanee dei cittadini. Clamorosa l´estromissione del premio Nobel Carlo Rubbia nel 2005, proprio per differenti opinioni in materia di energia, sostenibilità e, di conseguenza, salute.
Paradossalmente il dato empirico certo, eccezion fatta per dati e studi in corso, è quello che ogni cittadino può rilevare investendo la non modica somma di diecimila euro per un impianto fotovoltaico e quindi avere o meno la certezza dell´autosufficienza.
Nonostante i dati favorevoli al nucleare, secondo l´IAEA (International Atomic Energy Agency) il peso dell´energia nucleare rispetto alle altri fonti di energia era destinato a ridursi entro il 2020. Questa previsione è datata 2004 e sembra essere stata smentita dagli ultimi eventi della politica energetica internazionale. L´affermazione e l´ascesa di nuovi paesi sullo scenario globale (India, Cina, Brasile) e la conseguente crescita della domanda mondiale di energia, ha provocato la realizzazione di nuovi reattori nucleari. In Asia sono attualmente in cantiere almeno 15 nuove centrali nucleari (Cina, Corea del Sud, India e Taiwan). La situazione in Europa e negli Stati Uniti merita invece un livello di approfondimento maggiore sulle reali direttive. L´assenza di investimenti nella costruzione di nuove centrali nucleari in Europa negli anni ´90 è un dato di fatto. La Finlandia è stato l´unico paese europeo ad avere messo in cantiere nell´ultimo decennio del ´900 la costruzione di un sito per la produzione di energia nucleare (centrale di Olkiluoto, attiva entro il 2010). Le idee nei confronti del nucleare da parte dei paesi europei si sono trasformate nel corso del primo decennio degli anni duemila. Il riscaldamento globale e il rincaro dell´oro nero hanno fatto
riavvicinare all´energia nucleare anche i paesi occidentali più scettici. Agli inizi degli anni duemila molti paesi europei nuclearizzati (Svezia, Germania, Olanda e Belgio) avevano deciso di non sostituire le attuali centrali nucleari al termine del loro iter di produzione, ma la preminenza del problema ambientale, della salute dei cittadini che abitano in determinate zone, e le persistenti crisi del petrolio e del gas hanno però rimesso in discussione il destino del nucleare in Europa. La politica prevalente in questi ultimi anni tende a rigenerare l´esistenza delle centrali nucleari, in attesa di una non vicina risposta ai problemi dell´atomo da parte della ricerca scientifica. Prevale pertanto una politica di attesa o confronto sulla possibilità di passare ad un nucleare di nuova generazione, in grado di ridurre notevolmente rischi e costi di smaltimento.
È certo però che le energie rinnovabili, rappresentate anche da biomasse, come il progetto di illuminare Venezia con un sistema di biomasse da alghe (già in cantiere e energeticamente autosufficiente), l´eolico, che pone qualche problema sulla tutela del paesaggio, e il solare, rappresentino una strada che può integrarsi con un nucleare sicuro – ammesso e non concesso che si proceda davvero a ulteriori e fondamentali approfondimenti, anche attraverso organismi come la CEEA (Comunità Europea dell´Energia Atomica) – che non esula comunque a un cambiamento dello stile di vita tendente a contenere al massimo gli sprechi.
E inoltre auspicabile che le Asl svolgano un ruolo sempre più autorevole e super partes nel monitorare i dati ambientali connessi alla produzione di energia e all´altro importante problema, in fase di studio, che è quello dell´emissione delle onde elettromagnetiche per le telecomunicazioni e la derivazione di possibili danni per la salute, in particolare riguardo l´attività celebrale e le fasi del sonno. Mentre la capacità di valutazione del rischio ambientale o contingentamento dello stesso in caso di incidente, dovrebbe restituire centralità istituzionale all´ENEA, oltre che al Ministero per l´Ambiente e agli organismi comunitari e internazionali.
L´Europa risponde su un piano di sostegno alle energie rinnovabili e ai progetti di riduzioni degli sprechi attraverso due importanti programmi:
- CONCERTO: il programma aiuta a sviluppare progetti, noti come comunità, che implementano approcci integrati finalizzati all´efficienza energetica, alle energie rinnovabili, alla ricerca e alla formazione. CONCERTO coinvolge 45 comunità in 18 Paesi.
- IEE (Intelligent Energy Europe, Energia intelligente per l´Europa): il programma, parte del programma UE per la competitivà e l´innovazione (CIP, Competitiveness and Innovation Framework Programme), non si occupa soltanto di efficienza energetica, ma anche di energie rinnovabili e di consumo energetico nel settore dei trasporti. In totale, IEE contribuisce a 400 progetti in tutta Europa, di cui 68 finalizzati all´efficienza energetica nel settore dell´edilizia.