Tomosintesi 3D e l’evoluzione della mammografia
LE NUOVE TECNOLOGIE PERMETTONO UNA DIAGNOSI PIÙ ACCURATA DEL TUMORE AL SENO.
L’evoluzione della mammografia, lo strumento di diagnosi più aggiornato presentato dal Dottor Domingo Girardi direttore sanitario di Aster Diagnostica.
Dottor Girardi, che cosa è la Tomosintesi?
La Tomosintesi è una tecnologia all’avanguardia che permette di studiare la mammella “per strati”, scomponendola in tante sezioni dallo spessore millimetrico. Queste sezioni sono poi ricomposte generando un’immagine volumetrica della mammella. L’esecuzione dell’esame è invariata rispetto alla mammografia tradizionale; la mammella viene posizionata sul piano di appoggio e sottoposta aduna leggera compressione. A differenza di una normale mammografia, dove la sorgente di raggi X è fissa, nella Tomosintesi si muove intorno al seno ed acquisisce immagini da differenti angolazioni.
Quali vantaggi ha rispetto alla mammografia tradizionale?
Permette una maggiore accuratezza nell’individuazione delle lesioni tumorali, riducendo in modo significativo sia i falsi negativi che i falsi positivi. Questo vuol dire che da una parte consente di individuare in modo precoce anche le alterazioni più piccole, dall’altra permette di ridurre la necessità di esami aggiuntivi. Alcune lesioni apparentemente sospette sulla tradizionale sono infatti subito identificate come benigne con questa nuova tecnologia, evitando preoccupazioni, esami invasivi e spese non necessarie. Recenti studi internazionali sulla Tomosintesi hanno evidenziato risultati davvero sorprendenti, stimando un’efficacia del 40% superiore rispetto alla mammografia 2D. L’analisi per strati consente infatti di superare una delle principali limitazioni della mammografia tradizionale, ovvero la sovrapposizione dei tessuti che su una immagine bidimensionale può rendere invisibili alcune lesioni. Tale tecnologia si è dimostrata efficace su tutte le tipologie di mammelle ma esprime al massimo le sue potenzialità sui seni densi, dove le caratteristiche dei tessuti circostanti tendono a mascherare maggiormente eventuali neoplasie.
La Tomosintesi è più fastidiosa rispetto alla mammografia tradizionale?
Assolutamente no. Le apparecchiature più avanzate, come l’Hologic Selenia, permettono anzi di migliorare il comfort della paziente, in quanto necessitano di una compressione inferiore rispetto alla mammografia tradizionale. A tal proposito si consiglia sempre di eseguire lo studio mammografico tra il 4° e il 12° giorno del ciclo, in modo da evitare il periodo premestruale quando spesso il seno è più sensibile.
I vantaggi sembrano notevoli, le pazienti sono sottoposte ad una maggiore dose di radiazioni rispetto alla mammografia tradizionale?
Le nuove generazioni di Tomosintesi permettono di mantenere sostanzialmente inalterata la quantità di radiazioni rispetto alla mammografia tradizionale. Questo perché il mammografo con un’unica esposizione acquisisce gli strati e attraverso un software di elaborazione genera anche l’immagine in 2D. I modelli di Tomosintesi più vecchi o meno evoluti prevedono invece due esposizioni separate con l’effetto di aumentare la quantità di radiazioni.
Quindi non tutti i mammografi dotati di Tomosintesi sono uguali?
Assolutamente no. Tutti i principali produttori di mammografi tradizionali hanno sviluppato un modello che prevede la Tomosintesi. Tuttavia non tutte le apparecchiature hanno le stesse performance, né la stessa configurazione. L’Hologic Selenia, installata presso Aster Diagnostica, è considerata la macchina più sofisticata sul mercato ed è presente in pochissimi centri a Roma. La struttura si è inoltre dotata di monitor medicali ad altissima definizione per la refertazione e di due software particolarmente importanti, il C-View, che consente di ridurre notevolmente la dose di raggi effettuando un’unica acquisizione e il CAD, un sistema di diagnosi computerizzata assistita.
Ci spieghi meglio, cosa è il CAD?
Il CAD è uno software estremamente sofisticato che supporta il medico nella diagnosi mammografica individuando attraverso algoritmi le aree della mammella che necessitano di approfondimento, come addensamenti e microcalcificazioni. Il computer non sostituisce il medico ma lo coadiuva, con un effetto molto positivo sull’accuratezza diagnostica. Alcuni studi hanno dimostrato che la lettura di un radiologo abbinata al CAD porti a risultati sovrapponibili a quelli della lettura da parte di due radiologi, come previsto negli screening.
Dottor Girardi, può dare qualche consiglio a tutte le nostre lettrici?
Il carcinoma della mammella è il tumore più frequente nella popolazione femminile e colpisce una donna su otto nell’arco della vita (AIRC). Fortunatamente il miglioramento delle cure permette di guarire completamente nella maggior parte dei casi, ma è fondamentale che la diagnosi sia quanto più precoce possibile per intervenire tempestivamente. Per questo non bisogna sottovalutare l’importanza di controlli periodici che devono iniziare già a partire dai 30 anni con una ecografia mammaria annuale. Dai 40 anni devono prevedere in aggiunta la Mammografia. Abbinare questi due esami, soprattutto se effettuati contestualmente dallo stesso operatore, consente di eseguire uno studio più completo e di aumentare notevolmente la capacità diagnostica. Affidatevi infine a professionisti seri e che utilizzino strumentazioni avanzate e moderne come la Tomosintesi di cui vi ho parlato.